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Ragazza afghana

In breve

Steve McCurry è uno dei fotoreporter di maggior successo del nostro secolo e, grazie ai suoi scatti, ha saputo raccontare parti di mondo da un punto di vista inedito. Ma sono le storie che si nascondono dietro le fotografie le vere protagoniste del suo lavoro. 

Esperienza suggerita: scopri le realtà che si celano dietro gli scatti di Steve McCurry, visitando la mostra “Steve McCurry Icons” a Pavia o sfogliando il libro “Steve McCurry. Le storie dietro le fotografie”. [L’articolo contiene un’esperienza “a tempo”]

Tempo di lettura: 4 minuti.

Se si parla di Steve McCurry, tutti ricordano il ritratto di Sharbat Gula, la ragazza afghana fotografata nel campo profughi di Peshawar in Pakistan che, con i suoi grandi occhi verdi e con il suo sguardo triste, è diventata un’icona assoluta della fotografia mondiale.

Ma l’attività di Steve McCurry va ben oltre l’immagine iconica, come evidenziato dalla MOSTRASTEVE McCURRY ICONS a Pavia (prorogata fino al 1 luglio) che ho visitato questa primavera e che ti suggerisco di andare a vedere.

Indubbiamente uno dei più grandi maestri della fotografia contemporanea, con i suoi scatti è capace di accompagnarti in un viaggio fatto di esperienze ed emozioni che attraversa diversi Paesi come India, Afghanistan, Birmania, Giappone, Cuba e Brasile, ponendoti a contatto con le etnie più lontane e con le condizioni sociali più disparate.

Una fotografia che fa riflettere e che fa conoscere il mondo, per davvero.

Una fotografia senza filtri, anche dietro il filtro dell’obiettivo.

Steve McCurry, narratore del nostro tempo

Steve McCurry si avvicina alla fotografia quando, ospite di una famiglia di Stoccolma, viene introdotto a questa disciplina da un ragazzo, decidendo così di frequentare l’università di Philadelphia per studiare fotografia e cinematografia.

Tutto ha inizio però nel 1978 a ventotto anni.

Steve McCurry decide di licenziarsi dall’impegno di fotografo di un quotidiano di Philadelphia e di comprare due centinaia di rullini fotografici e un biglietto di sola andata per l’India. Con poco più di uno zaino e tanta curiosità di esplorare il continente, incomincia il suo viaggio alla scoperta del mondo con la macchina fotografica al collo.

Solo un anno dopo – nel 1979 – entrava clandestinamente in Afghanistan al seguito di un gruppo di rifugiati portando con sé solo la sua fotocamera e un temperino svizzero, proprio quando l’invasione russa chiudeva i confini ai giornalisti occidentali.

Dopo mesi tra i mujahidin eccolo riapparire con vestiti tradizionali e una folta barba, mostrando al mondo le prime immagini di un conflitto senza volto. Immagini che lo hanno insignito della Robert Capa Gold Medal, premio prestigioso assegnato a fotografi che si sono distinti per eccezionale coraggio e per le loro imprese.

Pensa che, per non perdere gli scatti frutto di quei mesi difficili, il fotoreporter decide di ritornare in patria con i rullini cuciti all’interno dei vestiti!

La curiosità e la voglia di diventare “testimone del mondo” hanno reso Steve McCurry inarrestabile.

Ogni viaggio, ogni luogo e ogni persona sono diventati una tappa di un percorso che dura da oltre trent’anni e che racconta di conflitti, di etnie che stanno scomparendo, di tradizioni antiche e di culture contemporanee, sempre con empatia e umanità.

Storie di esperienza umana, superando i confini dei linguaggi e delle culture.

Una storia dietro ogni scatto

Quando si osserva una fotografia, la cosa più interessante è sicuramente immaginarsi che cosa si nasconda dietro quello scatto che immortala solo pochi secondi.

Le storie, le sensazioni, gli odori, i suoni. Il bello della fotografia è proprio la capacità di catturare un singolo istante, ma che cela una realtà molto più complessa.

La bravura di Steve McCurry è proprio questa: raccontare la storia – spesso complessa – che si nasconde dietro la fotografia. “Ogni foto che scatto può essere vista come un’immagine indipendente e memorabile, ma allo stesso tempo è parte di una storia più ampia“.

Ed è in questo modo che si può VIAGGIARE CON LA MENTE, semplicemente osservando un’immagine in grado di rimandarti a realtà e mondi lontani.

C’è lo Steve McCurry che racconta l’implacabilità e l’imprevedibilità del monsone inseguendolo in Sri Lanka, India e Nepal passando attraverso luoghi inondati da acquazzoni e regioni in disperata attesa della pioggia. C’è lo Steve McCurry che documenta gli orrori della guerra in quello che all’inizio del 1991 era forse il luogo più infernale della terra, il Kuwait. C’è lo Steve McCurry che fotografa l’India più autentica per le strade di Mumbai e dai vagoni del treno. C’è lo Steve McCurry che immortala il dramma dell’11 settembre dal tetto dell’edificio del suo ufficio.

Un sarto che salva la propria macchina da cucire dal monsone. Porbandar, India, 1983 | © Viaggiare comunque

Il crollo delle Torri Gemelle del World Trade Center

Il crollo delle Torri Gemelle del World Trade Center, 11 settembre 2001 | © Viaggiare comunque

Madre con bambino Bombay

Madre con bambino che guardano dal finestrino all’interno di un taxi. Bombay, India, 1993 | © Viaggiare comunque

Con questo intento è nato il libro “STEVE McCURRY. LE STORIE DIETRO LE FOTOGRAFIE“, un viaggio dietro le quinte del lavoro del fotoreporter. Il volume, attraverso il resoconto delle esperienze e delle storie non dette che si celano dietro alcune delle fotografie più famose, è un tributo ai luoghi fotografati e alle persone conosciute.Steve McCurry. Le storie dietro le fotografie

La raccolta non può certamente mancare nelle librerie di chiunque sia appassionato di fotografia, ma non solo. Una lettura alle storie dei protagonisti degli scatti di Steve McCurry permette a chiunque di comprendere a pieno la complessità del lavoro del fotoreporter e, soprattutto, l’unicità di ogni singolo racconto di uno spaccato del mondo.

Steve McCurry, testimone dei nostri giorni.

Provato da me

Creo contenuti per il web e progetto itinerari, ma soprattutto sono una viaggiatrice appassionata. Insieme a me puoi scoprire il mondo ogni giorno, attraverso stimoli ed esperienze che ti permettano di approfondire le diverse culture. Credo fortemente che viaggiare significhi guardare con curiosità e occhi sempre nuovi tutto quello che ci circonda.

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