In breve
Non solo sushi e sashimi, in Giappone mangiano anche la cotoletta di maiale. Si chiama tonkatsu e fu introdotta durante il periodo Meiji tra fine Ottocento e inizio Novecento.
Esperienza suggerita: scopri dove assaggiare il TONKATSU.
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Conosciuta in tutto il mondo per la sua raffinatezza, la cucina giapponese si distingue per l’uso di alimenti sani e per le composizioni che appagano la bocca e gli occhi.
Ma come la tradizione culinaria italiana non comprende solamente pizza e pasta, quella del Giappone non si compone di solo sushi e sashimi.
Le prelibatezze giapponesi spaziano dal pesce alla carne alle verdure ed esiste un piatto che ricorda in maniera sorprendente la nostra cotoletta alla milanese.
Sto parlando del tonkatsu, la cotoletta di maiale alla giapponese.
La cucina come arte
La cucina tradizionale giapponese come è giunta a noi risale al periodo Edo (1603-1868), quando vengono introdotti una ricca varietà di ingredienti e specialità culinarie.
Grazie alla prosperità economica e all’urbanizzazione si assiste alla messa a punto di una cucina raffinata, considerata una vera e propria arte.
La più sofisticata è la cucina kaiseki – introdotta da mercanti e artisti – costituita da tante piccole portate (un piatto e tre contorni) a base di materie prime di altissima qualità prodotte con sapienza di ricerca ed elaborazione.
A cavallo tra Ottocento e Novecento – durante il periodo Meiji – l’imperatore abolisce l’autarchia a favore dell’internazionalizzazione, anche in campo culinario: le idee e le ricette occidentali vengono promosse, considerate come il futuro della cucina giapponese.
Adattando i nuovi ingredienti ai consumi locali, gli chef del Sol Levante si cimentano nella trasformazione della dieta giapponese, ampliando la gamma dei sapori tradizionali.
Viene introdotto il consumo di carne rossa – precedentemente vietato, ma ora considerato il motivo della prosperità degli occidentali – oltre che di pane e latte, a discapito del riso.
Nuove ricette, nuovi gusti, nuove tecnologie.
È la fortuna dei yoshoku, i piatti importati dall’Occidente, come il tonkatsu.
Quanto è buono il tonkatsu
Non solo cotoletta alla milanese o wiener schnitzel austriaca.
Il tonkatsu è la carne impanata giapponese.
“Ton” significa “maiale” e “katsu” è l’abbreviazione di “katsuretsu”, ossia “taglio“: una fetta di carne di maiale alta uno/due centimetri, impanata nel panko (pangrattato giapponese) e fritta in abbondante olio.
Una volta pronto, il tonkatsu viene servito tagliato a pezzi di piccole dimensioni – facilmente maneggiabili con le bacchette – e accompagnato da cavolo cappuccio tritato e zuppa di miso.

Le origini della ricetta non sono chiare, ma è certo che sia ispirata alla cucina occidentale, forse portoghese.
All’inizio le prime cotolette erano generalmente costituite da carne di manzo. La prima versione con carne di maiale è stata servita nel 1890 in un ristorante di Ginza (Tokyo) specializzato in piatti occidentali.
Ora non ti resta che provare anche tu il tonkatsu. Puoi trovarne uno eccezionale alla GASTRONOMIA YAMAMOTO, vera gastronomia giapponese a Milano.
Provare per credere!
