In breve
Masada, in Israele, oltre a essere un sito archeologico di straordinaria bellezza, racconta la resistenza del popolo ebraico e – ancora oggi – è un simbolo di coraggio.
Esperienza suggerita: emozionati davanti alla storia e ai panorami di Masada.
Tempo di lettura: 3 minuti.
C’è un episodio nella storia del popolo di Israele che viene tramandato di generazione in generazione.
Sono i fatti accaduti a Masada quasi duemila anni fa, ma che ancora oggi raccontano la resistenza di una popolazione.
E oltre a essere una testimonianza del passato, Masada è un sito archeologico dalla bellezza disarmante.
Situato in un paesaggio desertico – dove domina dall’altro la distesa del Mar Morto- è una tappa obbligata per chiunque si rechi in Israele.
Verità o leggenda?
Tra mito e realtà, Masada racconta le gesta del popolo di Israele e del suo rifiuto di cadere nelle mani dei Romani.
L’episodio – che risale al 73 d.C. – conclude la prima guerra giudaica (66 – 73 d.C.), combattuta tra Impero Romano ed ebrei ribelli.
La storia racconta che l’altopiano di Masada fu raggiunto nel 66 d.C. dai Sicarii – fazione estremista degli ebrei ultraortodossi Zeloti – sostenitori dell’indipendenza del regno di Giudea.
Dopo la conquista di Gerusalemme nel 70 d.C. da parte dei Romani, anche gli ultimi ebrei ribelli si rifugiarono nella fortezza, a cui si poteva accedere solo tramite un impervio sentiero detto “del serpente“.
Ma i Romani, guidati da Lucio Flavio Silva, non avevano intenzione di arrendersi facilmente e decisero di raggiungerli.
Da quel momento, l’assedio di Masada racconta l’ultimo disperato tentativo di resistenza del popolo ebraico e come, in solo poco tempo, una città abitata si sia trasformata in un luogo abbandonato.
Per raggiungere il loro obiettivo, i Romani incominciarono a costruire una rampa, ma – una volta in alto – ad accoglierli ci fu un silenzio tombale e davanti ai loro occhi solamente cadaveri.
Il popolo di Israele, pur di non arrendersi al nemico, aveva optato per un suicidio collettivo.
Dopo aver bruciato beni e abitazioni per evitare che cadessero nelle mani dei romani, gli ebrei estrassero a sorte dieci uomini col compito di uccidere tutti gli altri, per poi togliersi la vita a loro volta.
L’unica fonte che racconta l’episodio e considerata attendibile sono i racconti di Flavio Giuseppe, il comandante di origine ebraica e governatore militare della Galilea per le forze ribelli.
Nonostante le scarse prove della veridicità dei fatti di Masada, l’insegnamento è comunque significativo: fin dove può arrivare un popolo pur di non destinare la propria vita ai soprusi del nemico?
Masada oggi
Oltre a TEL AVIV e GERUSALEMME, Masada è un luogo magico che non può certo mancare nel viaggio di chi visita Israele.
Gli scavi che hanno riportato alla luce i resti dell’antica fortezza sono iniziati solamente negli anni Sessanta, sotto la supervisione dell’archeologo Yigael Yadin, e dal 2011 le rovine rientrano nel Patrimonio dell’UNESCO.
Masada è un luogo suggestivo – oltre che per la storia che racconta – per la sua posizione geografica: situata su una rocca a 400 metri di altitudine sopra il Mar Morto, il punto più basso del pianeta, domina il deserto sottostante.
Dalla cima si gode di una visuale che si perde nell’infinito, dal deserto al Mar Morto, spingendosi fino vicina alla Giordania.
Per raggiungere gli antichi resti si può scegliere l’antico sentiero del serpente (aperto solo nelle ore più fresche), la rampa romana, od optare per la funivia.
Comunque si raggiunga Masada, lo spettacolo è impagabile, nonostante il caldo tipico delle regioni desertiche.
Un luogo che lascia senza fiato per la sua rara bellezza, ma soprattutto un simbolo di coraggio e resistenza. Pensa che ancora oggi le reclute dell’esercito israeliano pronunciano il loro giuramento in cima alla fortezza: “mai più Masada cadrà“.
Una lezione dal passato, un monito per un intero popolo.
E dopo il caldo di Masada, perché non concedersi un bagno nel Mar Morto, dove divertirsi galleggiando?
