Si ringrazia il Jordan Tourism Board per le informazioni.
Esiste un luogo che sembra essere uscito da una favola de “Le mille e una notte”.
Una meta presente nella bucket list di tutti i viaggiatori.
Una destinazione che negli ultimi anni è diventata prediletta da molti turisti.
Sto parlando della Giordania, terra dalla straordinaria ricchezza storica e culturale che – secondo i dati diffusi dal JORDAN TOURISM BOARD – è stata visitata nel 2017 da 25.500 italiani, una crescita del +50,4% rispetto al 2016.
Un luogo che da sempre – grazie alla sua posizione strategica – ha rappresentato un crocevia tra Asia, Africa ed Europa, favorendo l’incontro tra culture che, nei secoli, si sono succedute: Nabatei, Antichi Romani, Crociati. Ancora oggi ci si può meravigliare di fronte alle rovine delle grandi civiltà antiche.
Una terra che viene considerata sacra, per via dei numerosi luoghi della Bibbia.
E sebbene Petra – l’antica città che emerge dalle rocce di pietra arenaria – sia l’immagine più celebre, questo Paese nel cuore del Medioriente offre molto altro ancora.
Vuoi per il suo fascino ipnotizzante, vuoi per la gentilezza delle persone, vuoi per le tracce lasciate da chiunque abbia attraversato il suo territorio, in Giordania puoi sentirti trasportato in un’altra dimensione, anche con un viaggio di pochi giorni.
Uno Stato sicuro in una regione prevalentemente instabile, un’oasi di pace all’interno del Medioriente, garantita dalla monarchia costituzionale di re Abdullah II.
La Giordania però non è solo siti archeologici o religiosi.
Il suo territorio variegato permette di sperimentare anche numerose attività outdoor, come il canyoning, l’arrampicata o il trekking, grazie al JORDAN TRAIL, un percorso escursionistico che offre oltre 650 chilometri di sentieri che attraversano più di cinquanta villaggi e città.
E il segreto è che questa terra incantata è sempre più facile ed economica da raggiungere: ogni settimana partono diversi voli low cost dall’Italia (tre partenze settimanali da Bergamo e due da Bologna su Amman e due voli da Roma Ciampino su Aqaba).
Da Petra al Wadi Rum: le cinque esperienze da non perdere in Giordania
La Giordania offre esperienze adatte a ogni tipologia di viaggiatore, ma ce ne sono alcune che non possono mancare in ogni itinerario.
1. Meravigliarsi di fronte alla “città rosa” di Petra

Riscoperta solamente nell’Ottocento da un esploratore svizzero, Petra– l’antica città nabatea scavata nella roccia e patrimonio dell’Unesco – attira ogni anno milioni di visitatori.
Il fascino del Tesoro – il monumento più famoso – è indiscutibile, ma il sito archeologico offre altre numerose testimonianze del passato in grado di lasciare a bocca aperta anche i caratteri più imperturbabili.
Perdersi in questa incredibile opera creata dall’uomo e dalla natura permette di rivivere il passato, quando Petra – importante snodo commerciale – era abitata da Nabatei, Edomiti e Romani.
2. Trascorrere la notte nel deserto del Wadi Rum insieme ai beduini
Il deserto di Lawrence d’Arabia è un incredibile spettacolo della natura: formazioni rocciose e sabbia rossa trasmettono la sensazione di essere atterrati su Marte.
E l’esperienza si fa ancora più suggestiva se si decide di trascorrere la notte in uno dei numerosi accampamenti beduini, per cenare in compagnia degli abitanti del deserto e dormire sotto un cielo di stelle.
3. Galleggiare sulle acque del Mar Morto
Il Mar Morto rappresenta il punto più basso del pianeta e, grazie all’enorme concentrazione di sale nelle sue acque, è possibile galleggiare. Un paradiso anche per i nuotatori più inesperti che possono godere della piacevole sensazione di rilassarsi a mollo senza rischi.
Concedersi dei momenti di relax in un luogo unico al mondo è quasi d’obbligo in un viaggio in Giordania.
E se si abbinano anche trattamenti con il fango o massaggi tonificanti la pace dei sensi è assicurata.
4. Ammirare le rovine di Jerash
Jerash ha vissuto il suo periodo di massimo splendore sotto i Romani e, ancora oggi, è una delle poche città al mondo che meglio conserva le rovine di quell’epoca.
Colonnati, templi e strade lastricate permettono di compiere un viaggio indietro nel tempo, quando Jerash era sede di un antico avamposto romano.
Chiamata la “Pompei del Medioriente“, la città è rimasta un tesoro sepolto per secoli sotto la sabbia, scoperto solo a inizio Novecento.
5. Perdersi nel fascino moderno di Amman
La capitale Amman è una città moderna, ma che mantiene intatta la magia del passato.
Piccole botteghe affiancano edifici moderni in un ambiente cosmopolita, rendendo la città ricca di contrasti affascinanti.
Una tappa certamente da vedere, grazie anche alla sua posizione strategica a breve distanza dalle principali attrazioni.
La cucina come veicolo di conoscenza della cultura giordana
Si sa, la conoscenza di un Paese non può dirsi completa senza aver assaggiato i piatti tipici di una località.
Anche per la Giordania, il palato è un importante veicolo di informazione per quanto riguarda la cultura culinaria.
Una cultura che affonda le proprie radici nella tradizione dei beduini – popolo nomade che vive nel deserto – e che risente dell’influenza della sua posizione geografica.
Tra Medioriente, Africa e Mediterraneo, l’influsso delle diverse usanze è ben visibile nella cucina giordana, semplice e genuina.
Il pasto è considerato un importante momento conviviale e di aggregazione, in cui si esprime tutta la generosità e l’ospitalità del popolo della Giordania.
“Sahtain wa ‘Afiya”, “ti auguriamo una buona salute e del buon cibo”. Questa è la frase che di solito segue un invito a mangiare.
La tradizione prevede che tutti i commensali si servano da un unico grande piatto collocato al centro della tavola e che simboleggia la riunione della comunità.
Le portate vengono consumate direttamente con le mani, aiutandosi con la pita, un pane arabo simile alla piadina che viene utilizzato come cucchiaio.
Il pane è ancora una volta la base su cui vengono adagiate molte pietanze tipiche, come la carne di montone o di agnello. In questo caso si tratta del manaqish, una sorta di focaccia piatta e aromatizzata con spezie.

Ma il piatto nazionale della Giordania è il Mansaf, una ricetta beduina a base di agnello o pollo cotto nello yogurt e servito con riso cosparso di mandorle e pinoli.
Non mancano poi pietanze comuni ad altri Paesi mediorientali come l’hummus – crema di ceci -, il tahin – salsa di sesamo – o il babaghanoush, crema di melanzane profumate alla menta.
Che dire poi dei dolci.
L’influsso arabo si riflette anche sulla conclusione del pasto, di cui sono protagonisti il baklava – dessert a base di frutta secca ricoperta di miele – e il kanafeh, dolce di pasta fillo e formaggio fresco affogato nello sciroppo.
Per quanto riguarda le bevande, tè e caffè accompagnano ogni pasto.
Originale è il rito della Jaha, tradizionale cerimonia beduina del caffè riservata agli ospiti più importanti. I chicchi vengono tostati ogni giorno fin dalle prime luci del mattino e, successivamente, vengono tritati nel mortaio insieme al cardamomo. La miscela serve a preparare il caffè, servito a tre riprese all’ombra della tenda beduina.
Il cinema: crescita e sviluppo della settima arte
La ricchezza di paesaggi che caratterizzano il territorio giordano ha fatto in modo che numerosi registi internazionali scegliessero questo Paese come location per ambientare le loro riprese.
Da Lawrence d’Arabia a Indiana Jones e l’ultima crociata, da Transformers a The martian sono solo alcuni dei film girati in Giordania, il cui fascino ha attratto e attrae tutt’ora l’industria cinematografica mondiale.
Ma dall’inizio degli anni duemila si è aperto un nuovo capitolo anche per le produzioni locali, favorito dal clima di tolleranza e apertura promosso dall’attuale re.
In un contesto in cui il cinema – oltre ad essere una forma di intrattenimento – è una vera e propria esigenza con la funzione di portare alla luce tematiche complesse, nasce la ROYAL FILM COMMISSION.
Il comitato per la promozione del cinema della Giordania – fondato nel 2003 – si pone l’obiettivo di supportare lo sviluppo della produzione audiovisiva locale e della cultura cinematografica, incoraggiando la popolazione a utilizzare il cinema per esprimersi.
Il cinema è concepito infatti come vettore culturale cruciale, essenziale per l’identità e l’apertura della società giordana e mediorientale.
In quest’ottica, aspiranti registi, sceneggiatori e tecnici trovano terreno fertile per la loro formazione e per lo sviluppo delle loro competenze e delle loro produzioni.
Prima del duemila, un ruolo simile era ricoperto dalla Amman Filmmakers Cooperative, attiva nella promozione del cinema attraverso workshop gratuiti nella capitale e nelle comunità emarginate della Giordania, progetto ben accolto a livello internazionale.
Altrettanto accolti con favore sono stati i lungometraggi prodotti negli ultimi anni da registi locali e, nel 2015, il film THEEB – ambientato nel deserto del Wadi Rum e con protagonista un bambino beduino – che ha saputo portare il cinema giordano oltre i confini nazionali, ottenendo la candidatura all’Oscar come miglior film straniero.
A suon di musica e a passo di danza
La musica caratteristica giordana risente fortemente della tradizione beduina.
Il componimento più popolare e tramandato da diverse generazioni è lo zajal, poesia scritta in dialetto colloquiale e cantata sulla base di un liuto, diffusa anche nel resto del Medioriente.
Sulle ammalianti note della musica tipica si svolge anche la dabke, una danza popolare di gruppo – principalmente maschile – che si pratica battendo i piedi ed eseguita durante i momenti di festa, non solo in Giordania, ma anche nei Paesi limitrofi.
Accanto alla tradizione, però, esiste anche la Giordania trendy e moderna, fatta di giovani musicisti aperti alle contaminazioni internazionali e in cui il contatto con le altre culture è più evidente.
L’influsso occidentale è ben visibile nella diffusione della musica pop, trasmessa in maniera crescente dalle radio e ascoltata nei locali dove i ragazzi usano divertirsi.
Nella capitale Amman sono sempre di più le band che reinterpretano i suoni tradizionali mediorientali in chiave moderna o chi, addirittura, sperimenta suoni e generi d’avanguardia, come la musica elettronica.
Crescono sempre di più anche gli artisti che trovano ad Amman uno spazio adatto per esprimersi, come nel caso di El Far3i, cantautore palestinese stabilitosi sul lato orientale del fiume Giordano per raccontare in musica il proprio mondo.
Sempre nella capitale si tiene ogni due anni Al Balad Music Festival che promuove artisti locali e il confronto con il resto della scena musicale araba.
La Giordania che guarda verso il futuro
Se si pensa alla Giordania, la prima immagine che viene alla mente è il ricco patrimonio storico e culturale, una ricchezza sicuramente da valorizzare e da proteggere.
Ma oltre all’eredità del passato, la Giordania è un paese che guarda al futuro con curiosità e intraprendenza.
Soprattutto Amman fa da ponte tra passato, presente e futuro, offrendo ai suoi abitanti e ai turisti una vita sempre più stimolante.
Un ambiente cosmopolita che si incontra nei caffè, nelle gallerie d’arte e nei locali alla moda di Rainbow Street.
Una città in cui la cultura viene promossa costantemente, come testimoniato dai numerosi progetti di start up nascenti nel territorio giordano.
Una scena creativa sempre più promettente, dove designer, artisti e musicisti vengono accolti con favore.
E a dar valore allo sviluppo della città ci hanno pensato anche archi-star del calibro di Norman Foster (Queen Alia International Airport), Zaha Hadid (Re Abdullah II House of Culture & Art), o Faris and Faris Architects (Children’s Museum).
Il destino di Amman e della Giordania è, come sempre, nelle mani dei giovani. Non solo degli abitanti locali, ma anche di tutti coloro che da qui ai prossimi anni si trasferiranno in una Paese che sta puntando sempre più in alto.
E tu? Sei mai stato in Giordania? Commenta raccontandomi le impressioni che ti suscita questo meraviglioso Paese.
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