IL FILM “IL CLIENTE” E LE CONTRADDIZIONI DELL’IRAN

Il Cliente

In breve

Il film “Il cliente” di Asghar Farhadi mette in scena le reazioni della coppia protagonista di fronte al dramma dell’aggressione, in un crescendo di tensione che mostra uno spaccato dell’Iran attuale.  

Esperienza suggerita: scopri le mille sfaccettature della cultura iraniana vedendo il film “Il cliente”. 

Tempo di lettura: 3 minuti.

Asghar Farhadi è il regista iraniano che più di tutti ha saputo portare all’attenzione dell’Occidente le tematiche complesse del suo Paese d’origine.

Vincitore di due premi Oscar come miglior film in lingua straniera (“UNA SEPARAZIONE” nel 2012 e “Il cliente” nel 2017), Farhadi affronta nei suoi capolavori l’attualità di uno Stato che vive ancora di contraddizioni.

La pellicola “Il cliente” rientra perfettamente nell’intento di cui sopra, a volte con la delicatezza di una carezza, altre con la violenza di uno schiaffo in pieno volto.

Ambientato nella Teheran dei giorni nostri, mette in scena la reazione dei protagonisti di fronte a un’aggressione.

Un avvenimento sconvolgente

Il cliente” ha come personaggi principali Emad e Rana, una coppia di coniugi attori della stessa compagnia teatrale, al momento in scena con l’opera di Arthur MillerMorte di un commesso viaggiatore“.

Il teatro fa da sfondo alla vicenda e si intreccia con gli avvenimenti del film, in un parallelismo costante: come Willy Loman si sente inadeguato rispetto al sogno americano, i protagonisti iraniani – giovani e riformisti – si sentono stretti in un Iran che si sta muovendo verso il cambiamento, pur restando ancorato ai vecchi retaggi culturali.

Centrale alla trama è l’aggressione da parte di uno sconosciuto ai danni di Rana.

Trasferitisi in un nuovo condominio a causa di un problema all’edificio in cui risiedeva la loro abitazione, marito e moglie si trovano a soggiornare in un appartamento che non sanno essere appartenuto a una prostituta.

Mentre la donna si trova da sola in casa, suona il citofono e – d’istinto – apre la porta senza verificare di chi si tratti, convinta che sia il marito.

Ma il pericolo è dietro l’angolo e, scambiata per la ex inquilina, Rana viene approcciata e aggredita da un misterioso cliente.

Da quel momento paura e tristezza condizionano l’animo della protagonista femminile, la quale – d’accordo con il marito – decide di non rivolgersi alla polizia per paura di dare scandalo.

Chissà che cosa penserebbero gli altri, se sapessero che è stata lei stessa ad aprire la porta. Questo il pensiero dietro al quale si nasconde la visione della donna nella società iraniana.

Vendetta o perdono?

Se Rana, pur di dimenticare l’accaduto, si dimostra disposta a perdonare l’aggressore, Emad invece va alla ricerca di vendetta, che diventa una vera e propria ossessione.

L’uomo oscilla costantemente tra il rifiuto e la non accettazione di quanto sia successo e, dall’altro lato, la rabbia e la voglia di rivalsa.

Si assiste così alla trasformazione del protagonista, che diventa irriconoscibile agli occhi della moglie e degli amici: l’uomo che un tempo era amorevole e tollerante, diventa rigido e autoritario.

Autoritario anche nei confronti della moglie, la cui volontà passa in secondo piano, nonostante sia stata lei la vittima dell’aggressione.

Una dimostrazione della struttura patriarcale su cui si basa ancora oggi la famiglia iraniana, in cui il torto sembra essere stato rivolto al marito, piuttosto che alla moglie.

Farhadi sembra infatti voler porre l’attenzione soprattutto sull’analisi dei caratteri, piuttosto che sulla ricerca del colpevole, che comunque avviene in un crescendo di tensione che nulla ha da invidiare ai thriller.

Scoperto il colpevole – il quale si dimostra decisamente lontano dalla consueta raffigurazione di un aggressore – ancora una volta diventa centrale la frattura interna alla coppia su come affrontare la situazione: se la donna, nonostante tutto, desidera lasciare andare il colpevole, l’uomo vuole sottoporlo all’umiliazione pubblica.

L’epilogo drammatico fa riflettere su quale sia la responsabilità morale di ogni singolo individuo in relazione alle proprie scelte e su quanto siano importanti nella vita le sfumature.

Un film che sicuramente apre una finestra sull’Iran di oggi, ma che affronta temi di rilevanza universale.

Provato da me