DIM SUM: MOLTO PIÙ CHE RAVIOLI

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In breve

Chi non ha mai mangiato i famosi ravioli al vapore cinesi, senza sapere che i dim sum fanno parte di un tradizionale rituale che comprende la cerimonia del tè? Piccoli piatti da condividere per un’esperienza di puro godimento per il palato. 

Esperienza suggerita: assaggia i tradizionali ravioli cinesi alla RAVIOLERIA SARPI nella Chinatown meneghina. 

Tempo di lettura: 3 minuti.

Ti sarà sicuramente capitato di trovare nell’elenco degli antipasti del ristorante cinese la parola dim sum, a indicare in maniera fin troppo riduttiva i loro ravioli tipici.

Belli da vedere, saporiti e in grado di stimolare l’appetito.

Un inizio pasto da leccarsi i baffi.

Ma forse non sai che, in realtà, quella dei dim sum è una vera e propria tradizione, legata al rito del tè e diffusa nella Cina meridionale.

In Occidente il brunch, in Cina lo Yum Cha

Se per noi occidentali è familiare consumare colazione e pranzo insieme in occasione del brunch, per i cinesi esiste una consuetudine paragonabile: lo yum cha.

Con questo termine – che letteralmente in cinese significa “bere il tè” – si indica il tradizionale rito del tè che ancora oggi trova spazio nella quotidianità del popolo cinese.

Dalla mattina fino al primo pomeriggio, è usanza consumare il tè accompagnandolo con assaggini “che toccano il cuore“, i dim sum.

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I ravioli al vapore del ristorante Jia Wei a Milano | © Viaggiare comunque

L’origine di questo rituale risale addirittura ai tempi dei commerci lungo la via della seta, quando ai viaggiatori veniva concesso un momento di ristoro nelle case del tè.

Lì, la bevanda calda veniva servita con una serie di piccoli piatti con pietanze varie: il tè, infatti, creava acidità di stomaco ed era quindi necessario mangiare qualcosa insieme.

Da allora, la tradizione dei dim sum non è più stata abbandonata, trasformandosi in una vera e propria bandiera della tradizione culinaria della regione del Guangdong – nella Cina del sud – e in particolare di Hong Kong.

Piccoli piatti paragonabili alle tapas spagnole e che includono cibi cotti al vapore, fritti o alla piastra creano un’occasione felice e festosa, da condividere nei weekend e nelle occasioni speciali, come durante il capodanno.

Dai bambini ai pensionati, passando per i lavoratori in pausa pranzo, la tradizione dei dim sum è amata da tutti.

Alcune regole di comportamento

Come tutte le tradizioni che si rispettino, anche quella dei dim sum segue alcune norme comportamentali specifiche.

Il primo gesto da compiere una volta accomodati, è scegliere il tipo di tè – che dovrà essere bevuto esclusivamente amaro – e ordinarlo.

Una volta servito, è considerata una gentilezza picchiettare con due dita (indice e medio piegati) sul tavolo in segno di ringraziamento.

A questo punto è il momento di ordinare i dim sum, normalmente tre o quattro a persona, da condividere necessariamente con i commensali.

È proprio questo il senso dello yum cha: trascorrere del tempo insieme.

Attenzione poi a mangiare un boccone alla volta, assaporando lentamente il cibo mentre è ancora caldo.

Ricordati anche di non aggiungere troppa salsa di soia, i piatti sono già saporiti al punto giusto.

E se desideri ancora tè, segnalalo a chi ti serve spostando il tappo dalla teiera.

Quando ritieni di essere sazio, posiziona le bacchette nella parte superiore del piatto e parallele a te. In questo modo farai sapere che è giunto il termine del pasto.

Poche semplici regole che ti permettono di arrivare preparato al tuo primo assaggio di dim sum.

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E se hai già l’acquolina in bocca e vuoi assaporare un assaggio di Cina, non perderti una sosta alla RAVIOLERIA SARPI, lo streetfood per eccellenza della Chinatown milanese.

Provato da me