In breve
Le chiese rupestri di Lalibela, patrimonio Unesco, rappresentano una perfetta espressione dell’architettura cristiano-ortodossa etiope. Luogo di pellegrinaggio e sito archeologico, non possono mancare in nessun viaggio in Etiopia.
Esperienza suggerita: non perderti l’atmosfera mistica che si respira nelle chiese monolitiche di Lalibela, in Etiopia.
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“Culla dell’umanità“. Così viene definita dagli africani subsahariani l’Etiopia.
Lo Stato più vasto del Corno d’Africa è un mosaico di culture, popoli e tradizioni ancestrali che convivono da secoli sul territorio.
Un Paese che vanta di un’identità autentica e di tradizioni intatte, ancora lontano dal turismo di massa.
Una nazione in cui coabitano pacificamente diverse fedi e dove la religione – in particolare quella cristiano ortodossa, la più diffusa – ha da sempre ricoperto il ruolo di protagonista nella vita dei suoi abitanti.
E ai cristiani ortodossi si deve la costruzione di uno dei siti più importanti dell’intera Africa, un luogo sacro unico nel suo genere: le chiese monolitiche di Lalibela, patrimonio dell’Unesco.
La diffusione della Chiesa Ortodossa in Etiopia
Basta pensare che l’Etiopia sia citata diverse volte nella Bibbia per dimostrare la sua vicinanza alla fede cristiana.
Una tradizione religiosa ben sedimentata, che ha resistito all’avanzata dell’Islam con cui convive tuttora in rapporto di pace e rispetto reciproco.
Una Chiesa ortodossa, legata per secoli a quella Copta, che è diventata indipendente di recente e a cui oggi appartiene oltre il 40% della popolazione.

Le prime testimonianze relative alla diffusione del Cristianesimo in Etiopia provengono dagli “Atti degli Apostoli”, in cui si dice che un funzionario della Regina Candace si fece battezzare da San Filippo l’evangelista.
Ma bisogna aspettare il IV secolo, prima che quella cristiana diventi la religione ufficiale per opera di Re Esana.
Certo è che la fede occupa da sempre un ruolo centrale nella vita degli etiopi ed è quindi semplice immaginarne l’espressione anche nell’architettura.
Il sito archeologico di Lalibela
Sito archeologico, luogo di pellegrinaggio e capolavoro architettonico.
La città di Lalibela, con le sue chiese monolitiche scavate nella roccia, è tutto questo.
Quasi nascoste, come in un canyon, si svelano alla vista straordinarie strutture architettoniche, di fronte a cui sentirsi davvero piccoli e impotenti.
Sono le chiese rupestri scolpite tra il XII e il XII secolo per volere dell’imperatore Lalibela che, dopo aver visitato Gerusalemme prima della conquista dei Musulmani, decide di replicare in patria la città santa.
Un simbolo della grandezza di Dio e un modo per permettere ai fedeli di non dover compiere lunghi viaggi per recarsi in pellegrinaggio.
Ottimamente conservate, le chiese conservano un’atmosfera magica, specialmente con le prime luci del mattino che filtrano dall’alto, illuminando le originali costruzioni.
La più straordinaria è quella di Bet Giorgis, a forma di croce greca e scavata in un unico blocco roccioso. Di fronte a tanta straordinarietà architettonica, è difficile rimanere impassibili.
L’esperienza si fa ancora più suggestiva durante le funzioni, quando fedeli vestiti di bianco si recano in preghiera, contribuendo a creare un’atmosfera ancora più mistica.